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Per Facebook dal like al want il passo è breve

Un’altra novità in arrivo da Menlo Park: al tasto “like” si affiancherà quello “want”, che avrà un’accezione più rimarcata: “lo voglio” è più imperativo di “mi piace”, ed è un’opzione pensata soprattutto per i brand che, in questo modo, potranno raccogliere informazioni circa le reali preferenze dei possibili clienti. Il sociale diventa sempre più commerciale ed è una mossa interessante soprattutto per quanto riguarda il tallone di Achille di Zuckerberg, ovvero il mobile.

Assumono così particolare senso tutti gli sforzi fatti da Facebook per acquisire know-how in materia di geolocalizzazione. Alcuni esperti di social media marketing guardano alla novità con diffidenza chiedendosi, in fine dei conti, come reagiranno gli utenti davanti a queste ennesima novità che corre sul filo dell’intrusione della sfera privata. Ed è una mossa in qualche modo ritenuta azzardata: Nathaniel Perez, di SapientNitro, sostiene che Facebook dovrebbe muoversi di più sul fronte che rivela l’orientamento dei gusti degli utenti e non entrare così tanto nel dettaglio, atteggiamento che potrebbe fare storcere il naso a gran parte di quel (quasi) miliardo di persone che – dati alla mano – si stanno al momento impercettibilmente stancando di usare la piattaforma social, anche a causa della troppa esposizione al mercato globale.

Qualche merito, però, questa novità potrebbe averla; le campagne marketing sui social non devono puntare a collezionare un numero elevato di “like”, quanto ad aumentare l’interazione con i propri clienti o con chi potenzialmente potrebbe diventarlo. Si tratta ora solo di prendere le misure con questo strumento che potrebbe essere giudicato troppo fastidioso e invasivo. Dal punto di vista tecnico e commerciale non si tratta di una novità: richiama – tra gli altri – la “wish list” di Amazon che esiste da oltre un decennio ma potrebbe seguire un modello di business diverso se, cliccando sul tasto “want”, si venisse subissati da pubblicità e da richieste di contatto. Così fosse, per par condicio, ci vorrebbe anche il tasto “do not want”.